Il frigorifero è un elettrodomestico che, ormai da anni, è entrato a far parte delle nostre famiglie. “Vive” in tutte le nostre case. Ci accompagna, salvo imprevisti, per molti anni: dal momento del suo acquisto fino all’ultimo spunto del compressore. Lo scegliamo per ragioni di estetica, per abbinarlo alla cucina o per praticità, in base alla sua capienza. A volte, per motivi di spazio e di incasso nel mobile, la selezione è obbligata. Poi, dal momento in cui allacciamo l’alimentazione, possiamo contare su di lui: un magazzino di freschezza, garantito anche d’estate, che ci richiede al massimo qualche aggiustamento nel settaggio, sempre pronto a ricevere tutti gli alimenti (e non solo) che riponiamo nei suoi ripiani.
Ci semplifica drasticamente la conservazione dei cibi, rendendo facilmente disponibili dei prodotti altrimenti velocemente deperibili e ci aiuta a pianificare meglio le nostre spese. Anche se, ovviamente, più semplice da gestire rispetto alle antiche pratiche di conservazione sotto sale o sott’olio, questo elettrodomestico richiede però delle piccole accortezze necessarie a sfruttarne in pieno le potenzialità e offrirci salute e benessere alimentare evitandoci degli inutili sprechi.
Il periodo più critico per questo elettrodomestico è sicuramente l’estate: abbiamo i vani pieni di bevande, frutta, verdure, carne e pesce e il frigorifero lavora a pieno regime. Il problema non è solo mantenere una bevanda fresca, ma ottimizzare lo spazio interno in frigo per salvaguardare l’integrità degli alimenti fino al loro consumo.
Come riportato anche dal sito del Ministero della Salute, conservare bene è
importante, non solo per la nostra salute, ma anche per garantire le proprietà organolettiche dell’alimento stesso, ossia l’insieme delle sue caratteristiche fisiche e chimiche (sapore, odore, aspetto, consistenza) e le caratteristiche nutrizionali; possono subire alterazioni quali/quantitative le proteine, gli zuccheri, i grassi, ma anche le vitamine, i sali minerali, l’acqua contenuti nei cibi.
Particolare attenzione va riservata alla questione della temperatura: “una volta prelevati dal banco frigo del supermercato, è necessario conservare gli alimenti alla giusta temperatura, in modo da limitare la proliferazione dei microrganismi all’interno e sulla loro superficie”.
In totale il Ministero ha individuato dieci regole d’oro da tenere sempre a mente per utilizzare in modo sano il proprio frigorifero. Le riportiamo qui:
- Verifica la temperatura all’interno del tuo frigorifero. Mantieni la temperatura interna del frigorifero intorno ai 4-5 °C (sulla mensola centrale) per conservare nel modo migliore i tuoi cibi. Colloca il frigorifero lontano da fonti di calore. Aprilo solo a bisogno e richiudilo in tempi brevi.I modelli più recenti dispongono di un display che riporta la temperatura interna del frigorifero: se il tuo non è così equipaggiato, poni un normale termometro sui diversi ripiani e scomparti: in questo modo potrai verificarne l’efficienza e regolarne la potenza, abbassando la temperatura interna.
- Ogni zona del frigorifero mantiene temperature diverse. Il punto più freddo del frigorifero è la mensola più bassa, subito sopra il cassetto per le verdure (circa + 2 °C), mentre la parte meno fredda è rappresentata dallo sportello. Tuttavia, poiché i frigoriferi di nuova generazione hanno differenti sistemi di refrigerazione, solo il libretto delle istruzioni può darti indicazioni precise e corrette sulla gestione degli spazi interni.
- Non conservare gli alimenti oltre la loro data di scadenza. Per i prodotti da conservare in frigorifero si parla di “scadenza”: è la data entro la quale un alimento può essere venduto e deve essere consumato. La data deve riportare, nell’ordine, il giorno, il mese ed eventualmente l’anno. Entro tale data il produttore garantisce la salubrità e le caratteristiche organolettiche del prodotto. Sulla confezione devono essere inoltre riportate le condizioni di conservazione ed eventualmente la temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità. Viene indicato con la dicitura “da consumarsi entro”: è importante verificare questa data al momento dell’acquisto e durante la conservazione domestica ed eliminare i prodotti scaduti dal frigorifero.
- Ogni alimento ha la sua “temperatura di conservazione”. Carne e pesce devono sostare nella parte più fredda (solitamente il comparto più in basso). Il pesce eviscerato e lavato, deve essere consumato entro 24 ore. La carne ha tempi di conservazione diversi a seconda del tipo di taglio e composizione: deve essere consumata entro 24 ore se macinata, entro 48 ore se di pollo o tacchino, entro 3 giorni nel caso di affettati non confezionati e carne fresca in genere. La parte centrale (di solito 4-5 °C) è adatta a uova, latticini, dolci a base di creme e panna e quegli alimenti da conservare in frigorifero “dopo l’apertura”. Nella zona a temperatura maggiore (di solito il cassetto nella parte bassa) si conservano le verdure e la frutta che possono essere danneggiate da temperature troppo basse; queste vanno consumate rapidamente per evitarne il deterioramento. Le mensole all’interno della porta sono i punti più caldi del frigorifero e sono destinati ai prodotti che necessitano solo di una leggera refrigerazione (es. bibite, burro).
- Il frigorifero non è indicato per qualsiasi alimento. Alcuni alimenti non hanno bisogno di essere refrigerati, anzi, potrebbero esserne danneggiati, come per esempio la frutta esotica, gli agrumi (il freddo può farli diventare amari), i pomodori, i fagiolini, i cetrioli e le zucchine; il pane diventa raffermo più velocemente con le basse temperature. Frutta e verdura che devono ancora maturare devono essere conservate a temperatura ambiente.
- Non riporre mai in frigorifero alimenti caldi. Se cucini, lascia raffreddare completamente le pietanze prima di riporle in frigorifero: eviterai condense e bruschi innalzamenti di temperatura sul ripiano.
- Fai attenzione alle contaminazioni crociate. Separa gli alimenti crudi da quelli cotti o pronti per essere consumati: questo ti permetterà di evitare che microrganismi eventualmente presenti nei primi vengano trasferiti ad alimenti che non subiranno più trattamenti termici prima del consumo.
- Utilizza contenitori puliti e chiusi. È sempre buona norma conservare gli alimenti in contenitori puliti o nelle confezioni originali, perché queste riportano la scadenza e indicazioni utili per la conservazione. Anche i cibi preparati in casa devono essere conservati con cura in contenitori puliti e con coperchio. Prima di chiudere i contenitori è buona norma attendere il raffreddamento del contenuto per evitare che il vapore si condensi sul coperchio ricadendo sul cibo. Evita di riporre gli alimenti semplicemente su di un piatto: potresti vedere gocce di liquido cadere da un ripiano a quello sottostante.
- Pulisci regolarmente l’interno del frigorifero. Puoi utilizzare prodotti specifici o semplicemente acqua e bicarbonato o aceto. Mantenere il frigorifero pulito e senza accumuli di ghiaccio sulle pareti ne assicura il perfetto funzionamento e il mantenimento della temperatura di refrigerazione. Il libretto di istruzioni del tuo elettrodomestico ti indicherà come effettuare una corretta manutenzione
- Non cedere alla tentazione di fare scorte troppo abbondanti. Evita di sovraccaricare il frigorifero con troppi alimenti: quando fai la spesa ricorda sempre quanto esso può contenere. L’aria fredda al suo interno deve poter circolare liberamente intorno ai cibi. Se non c’è sufficiente spazio tra i prodotti, l’aria non riuscirà a circolare e la corretta distribuzione della temperatura verrà ostacolata.
Questo ultimo punto è strettamente correlato a un problema enorme che spesso fatichiamo a comprendere. In un mondo dove aumentano le persone che soffrono la fame, purtroppo una parte consistente della popolazione spreca grandi quantità di cibo. La questione non è limitata ai nostri frigoriferi, ma coinvolge il settore food retail e la ristorazione in generale.
In Italia in media sprechiamo ogni anno 65 kg di cibo pro capite, una quantità che, secondo il Food Sustainability Index, ci pone in Europa al 13esimo posto per quantità di cibo sprecato durante le fasi di trasformazione, distribuzione e consumo. Lo spreco alimentare si traduce anche in spreco di risorse naturali, basti pensare che la frutta e la verdura che gettiamo ogni anno richiedono oltre 73 milioni di metri cubi di acqua per la loro coltivazione. A livello globale, il cibo gettato ha un costo pari a 2,6 trilioni di dollari l’anno. Questo contribuisce inoltre ai cambiamenti climatici – generando l’8% delle emissioni annuali di gas serra – e al sovrasfruttamento dei terreni, in quanto il 28% dei terreni disponibili al mondo è usato per produrre cibo che poi non viene consumato.
Per combattere questo fenomeno bisogna agire su due fronti. Da un punto di vista politico occorre finanziare progetti di ricerca dedicati a estendere la data di scadenza dei prodotto alimentari, migliorare l’uso di nuove tecnologie di imballaggio, sviluppare app e piattaforme digitali per recuperare le eccedenze alimentari all’interno di tutta la filiera e facilitare la distribuzione del cibo ai gruppi più vulnerabili della popolazione.
In parallelo, servono però anche le iniziative dei privati, per sensibilizzare le persone sull’importanza di adottare diete sostenibili e combattere gli sprechi di cibo. Soprattutto bisogna che tutti agiscano responsabilmente, pensando che quello che si può fare nel proprio piccolo, se condiviso e adottato da tutti, può portare a grandi cambiamenti.